SPORT ESTREMO E STATI ALTERATI DI COSCIENZA

Novembre 2002.

http://www.senosalvo.com/il_deserto_parte_VII.htm

Siamo partiti dal sito archeologico di Petra da circa 37 ore. Ho corso per circa 140 km , ma ora cammino velocemente nella valle del deserto del Wadi Rum , la via di passaggio dei carovanieri da e verso l’Arabia Saudita, come dimostrato da migliaia di incisioni rupestri disseminate un po’ ovunque. Nel deserto , oltre al vento ,incontrastato padrone della valle soprattutto di notte, vivono tribù nomadi beduine che conservano ancora intatti i valori di ospitalità e che abitano in tende di colore scuro realizzate con lana di capra che reagisce alle variazioni atmosferiche: con la pioggia le maglie si restringono diventando una barriera impenetrabile. Una volta asciutte si distendono lasciando circolare l’aria

.

Sono le 3 del mattino e sono accompagnato dal chiarore accecante della luna che rende inutile e persino fastidiosa la lampada frontale. Il deserto ci rende bambini. Non soltanto diventiamo piccoli nel suo morbido grembo, ma il nostro stupore non conosce più limiti. L’infinito e l’infinitesimale hanno la stessa pienezza. I venti che battono il deserto sono carichi di polvere, caldi, implacabili: soffiano dal centro verso la periferia, come i demoni che secondo i nomadi abitano lo spazio vuoto e sembrano pervasi da una furia infernale. L’assenza di vegetazione e il livellamento del paesaggio interagiscono con la forza e la costanza del vento, in un circolo vizioso che perpetua condizioni di vita veramente difficili. Sono tranquillo perché ormai mancano solo….30 km all’arrivo. Sono rimasto in compagnia di Nicola Ferri , mentre non abbiamo più notizie degli ultimi italiani che abbiamo incontrato lungo il percorso: il caro amico Tullio Mastrangelo ed il figlio Carlo, alla sua prima esperienza, Pippo Ruffino , Carlo Bianchi e l’indimenticabile Giorgio Simonetti, detto il Varano

 http://www.senosalvo.com/Ultramarathon_personaggi.htm

Ormai non si parla neanche più tra noi concentrati sull’ultimo tratto del percorso. Nicola è davanti a me di circa un centinaio di metri. Ciascuno vive in solitudine questa atmosfera surreale. Masse e spazi si confondono , essere e materia diventano un tutt’uno, e il deserto mi attraversa con la sua onda immobile. Ormai non sento più la fatica e il dolore alle vesciche dei piedi. Il mio corpo avanza controvento, separato dall’anima che segue quasi con distacco l’incedere ormai pesante sulla sabbia degli arti inferiori.. Nicola è davanti a me e lo vedo passo dopo passo affondare…..nella neve. Sì è proprio neve quella che ha sostituito la sabbia e che ricopre le imponenti arenarie e bizzare formazioni rocciose lungo le quali scorre la valle del deserto rosso del Wadi Rum. Improvvisamente mi ritrovo catapultato al Passo della Fedaia di fronte alla Marmolada dove mi allenavo di corsa per le ultramaratone e soprattutto per l’appuntamento annuale della Marcialonga.Anche la rara vegetazione era ricoperta da un manto bianco. Guardavo i miei piedi che sprofondavano nella candida neve e mi giravo continuamente indietro ad osservare le mie impronte sul manto bianco livellato dal vento.

Questa visione è durata a lungo. Certamente più di una ora. E la percezione visiva alterata non si è dissolta neanche quando Nicola più volte si è fermato a parlare con me. Ovviamente mi sono guardato bene dal raccontargli quanto mi stava accadendo. Trovavo molto strano che non avesse da fare alcun commento alla nuova situazione che si era creata.

Poi tutto è svanito all’alba quando le prime luci hanno teneramente abbracciato l’orizzonte. L’esperienza mi ha scosso, ma ho trovato subito una spiegazione : over dose di endorfine !

Tornato a Milano ho cercato di documentarmi ma non ho trovato nulla cui aggrapparmi per spiegare le mie visioni, sino a che mi sono imbattuto in un bellissimo libro di Piero Priorini (Attività estreme e stati alterati di coscienza 2001). Le sue osservazioni mi sono state utilissime e molte di queste le riporterò più avanti. Priorini, psicologo e psicanalista junghiano, alpinista e pilota di parapendio, esamina egregiamente il FATTORE RISCHIO dei praticanti di sport pericolosi (il termine Attività estreme è più recente) e certamente le esperienze degli alpinisti possono essere paragonate a quelle degli ultramaratoneti, che nel deserto a causa del caldo, freddo e possibilità di perdere l’orientamento, sfidano il fattore rischio sino alle estreme conseguenze.

http://www.pieropriorini.it/

Ho cercato con molto tatto di interrogare alcuni compagni di avventura ma ho trovato un muro di ermetismo sino a che ho cominciato a raccontare le mie visioni…della neve nel deserto. Da quel momento si è aperto un varco che ho voluto documentare prospetticamente.

Sulla esperienza mia della Giordania e sulla base di alcune evidenze (esempio molti riferivano ricordi “dolorosi” solo correlate alle prime 24 ore di gara, mentre le percezioni alterate di varia natura, uditive e visive in particolare, venivano collocate dopo la trentesima ora di gara ) ho distribuito a 50 concorrenti un questionario che mi hanno riconsegnato compilato dopo la gara appena conclusa. al loro rientro in albergo.Il questionario è stato somministrato a 30 concorrenti francesi, in gran parte conosciuti alla Marathon Des Sables,

 http://www.senosalvo.com/il_deserto_parte_III.htm

ed a 20 italiani, alla vigilia delle due gare più terribili del calendario delle ultramaratone: la Desert Cup del Mali (2003)

http://www.senosalvo.com/il_deserto_parte_IX.htm

e la Diagonale des Fous (La diagonale dei pazzi del 2004)

http://www.senosalvo.com/il_deserto_parte_XIII.htm

Avrei voluto ringraziare uno per uno gli amici che hanno contribuito a questo studio prospettico dai risultati molto interessanti, anche se in presenza di un campione molto limitato. In realtà le schede distribuite erano quasi il doppio, ma proprio queste due gare in particolare sono state caratterizzate da un tasso di abbandoni altissimo (> 1/3 dei partecipanti). Inoltre le schede in gran parte sono state siglate e non firmate per esteso , ma tra queste riconosco (e ringrazio) quelle di Tieghi Chiara, Hardouin Fernando, Moltrasio Renzo, Brattoli RAffaele, Alberto Albertini,