Personaggi della Marathon des Sables: il Varano

Franco Bolzoni - 2004

Si chiama Giorgio Simonetti, fa il portiere di notte in un albergo di Courmayeur, dimostra un'età indefinibile, caratteristica di quelli che ci sono sempre stati, che sono elementi naturali del contesto che rappresentano; come i picchi delle rocce delle dolomiti, i fiumi d'argento e le betulle delle foreste canadesi, o i tratti del suo viso senza tempo, tra l'ironico, lo scanzonato e l'irriverente. Se ne intende di cucina e di vino che consuma generosamente; è un uomo colto, di una cultura personale fatta di vita e di esperienze dirette e mi è capitato di sentirlo parlare in spagnolo, francese, inglese e arabo. Fuma e mastica tabacco con la stessa cura con cui gli altri atleti dello sport estremo, valutano l'apporto calorico e gli integratori da assumere quotidianamente. Per questo e per altri motivi, di cui parleremo; di lui, si può soprattutto dire che è un essere umano irriducibile a qualsiasi categoria già conosciuta. Quando lo ho visto per la prima volta, qualche anno fa, all'aeroporto di Malpensa, prima dell'imbarco per la Marathon Des Sables, ricordo di avere pensato di essere fuori dalla realtà e di avere di fronte a me in carne ed ossa Tex Willer, il mitico eroe dei fumetti. Normotipo, asciutto, fisico da grande fondista, vestiva un paio di pantaloni militari con relativi stivaletti ed una canottiera nera traforata che portava con assoluta non chalance, nonostante il freddo intenso di quella giornata costringesse gli altri a tute invernali. In testa aveva una sciarpa avvolta a mò di turbante con un lembo che gli cadeva sulla spalla, l'immancabile sigaretta alla bocca. Conoscendolo oggi, molto meglio, devo dire che è qualcosa di di più e di diverso rispetto a qualche possibile personaggio da favola, come ebbe a dire Mr. Zubani per primo, vedendolo aggredire le dune del deserto con il suo personalissimo stile. Lui è " il Varano "! Così è oramai conosciuto nel mondo dei "fuori di testa " dello sport estremo.


Me lo immagino qualche anno fa, all'atto della dimissione dall'ospedale, dopo la applicazione della protesi all'anca, che continua a produrre scene esilaranti ad ogni controllo aeroportuale, quando il Varano in slip, riesce ancora ad attivare la suoneria del metal-detector, di fronte a funzionari increduli. Dicevo che lo vedo, quando alle raccomandazioni del medico, relative al fatto di condurre una vita morigerata, casa e lavoro, passeggiate brevi, dieta appropriata, mentre dice di si con la testa, manda tutti a quel paese e coltiva già nell'anima una speranza assurda. Gli avevano detto di girare nel cortile e lui si iscrive alla successiva Marathon Des Sables e la finisce, poi pensa bene di partecipare anche alla Desert Cup, ( 180 KM. in continuo nel deserto della Giordania, in autosufficienza e la chiude con un tempo da elicottero. Non è possibile, ma non per lui. Il passo di questo " uomo del deserto ", è sbilanciato e asimmetrico. Sotto sforzo le gambe, lavorano ognuna per conto proprio, una delle due rotule, compressa dal carico del corpo, l'altra che soccorre in modo ausiliario, con un movimento cadenzato che ad ogni passo fa ruotare il bacino, La camminata del Varano allora, diventa un ritmo di tango, sghembo e difficile da articolare, ma con la forza propulsiva e continua di un turbocompressore, alla faccia di tutti i principi della Biomeccanica e di tutti i medici che gli hanno detto di cautelarsi. E la sua mente, quando comincia il ballo, è capace di una assoluta concentrazione; prende questa fatica supplementare, speciale, e trasforma il dolore che comporta in una specie di sublimazione: diventa energia pura e non finisce più. Stargli dietro è come seguire una macchina da guerra che asfalta le pietraie, spiana le colline, soffia via la sabbia dalle dune. Quando ho avuto occasione di condividere la gara con lui, non lo ho mai sentito lamentarsi, non lo ho mai visto andare in crisi, non si è mai concesso una tregua. Nella sua testa l'obiettivo è sempre scontato, il traguardo, sicuro. E io, se penso agli inconvenienti della vita, non riesco ad immaginare qualcosa che lo potrebbe scomporre più di tanto. Riesce sempre a prendere sé stesso e gli altri, con la massima ironia. La perdita di una borraccia nel deserto, diventa allora, " un modo per camminare più leggeri "; la condivisione della fatica più estrema, un mezzo per fare più bello il mondo. Con lui, rappresentante di un sacco di problemi, i problemi degli altri tendono a minimizzarsi e a risolversi insieme ai suoi che tratta con assoluta sufficienza. Quanta strada bisogna avere fatto, e quanto dolore bisogna avere macinato, per arrivare a queste conquiste. Ciao Varano!


commenti

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 1)

Marzo 2009:  il Varano ci ha lasciati soli.

 Ora il Varano è  un uomo libero come aveva sempre sognato

 Ciao grande Varano, ora sei libero dai condizionamenti e dai lacci delle convenzioni sociali.
Ora nessuno avrà da dire sulla bandana, collane, orecchini, cinturoni ed amuleti e neanche sulla protesi al titanio, che ci ha bloccati per un tempo interminabile  al controllo aeroportuale di Amman, inseguito dagli sguardi   severi di Marco Olmo.
Sarà sempre indelebile in me  il ricordo dell’ultima volta che ti ho incontrato nel deserto rosso del Wadi Rum in Giordania, proprio nel deserto di un altro condottiero come te, Lawrence d’Arabia.

In una notte di luna piena e di silenzio, dove solo il vento era protagonista, già a distanza ho identificato le tue inconfondibili imprecazioni, lungo la pista del deserto (intorno al 120 km di gara).
Per la prima volta ti ho visto in grave difficoltà
>>Cosa è successo, Varano<<< 
>>Un disastro irrimediabile: ho esaurito la riserva <<
Mi sono fermato a rastrellare dal mio zaino la  riserva d’acqua, ma subito ho incrociato il tuo sguardo che mi ha incenerito e la tua feroce e disperata imprecazione
<<Che me ne faccio della tua acqua, io ho esaurito le mie scorte di BIRRA e sono a corto di SIGARETTE!!!! >>>
Ciao Varano, dove sei ora, le riserve sono inesauribili e persino la tua protesi al titanio passerà inosservata.
E nessuno ti sbatterà fuori dalla tenda neanche se dovessi fragorosamente russare.

 Ciao
Salvo Catania


 2)

Dieci righe sul Varano, per un inno alla vita, non alla morte, che lo ha colto a tradimento.
Io ne ho una conoscenza indiretta, perché chi ha frequentato i deserti non può non aver conosciuto il Varano, seppur anche solo indirettamente.
Lavoro alla rivista Correre e la redazione gli aveva riservato un articolo su di lui, soprannominato così per quella sua corsa strana. Paolo (Zubani, della Marathon dews Sables, nda) mi ha raccontato che quando passavano, dopo il ceck in in aeroporto, sotto il metal detector, la "porta" suonava sempre perché, scherzava il Varano, "sono pieno di placche nel corpo, per le varie operazioni".
Lo ricorderemo sempre così, scherzoso e impenitente.

Silvana Lattanzio


 3)

 L'altro giorno ad una mia piccola amica (appassionata di corsa e amante del deserto attraverso i miei racconti) ho scritto così :

Valentina, il Varano era una persona unica, incredibile . L'ho conosciuto cinque anni fa alla Marathon des Sables. Eravamo nella stessa tenda. Dapprima l'impatto con quel personaggio è stato violento, perchè non pensavo che da una persona così apparentemente rude si potesse celare un uomo così gentile, così altruista ed amante di tutto quello che lo circondava. Io sono sicuramente uno spirito libero, così come lo sono tutti i "pazzi" del deserto o delle montagne, quindi senza particolari gesti da quel momento si è creata un'amicizia unica, come quella che lega noi di maratoneti.com. (io e Valentina ci siamo conosciute attraverso un forum del sito di maratoneti.com) Sai quando si dice che le apparenze ingannano ? Ecco, ricordalo sempre Vale, perchè è la sacrosanta verità.
E' l'uomo che c'è nella foto del mio profilo. Ti sembrerà un matto, uno fuori dal normale, ma credimi era una persona incredibile. Leggi la mia nota. E'
scritta da uno psichiatra che ha corso più volte la Marathon des Sables e che ne ha fatto un ritratto da pelle d'oca. Assolutamente veritiero .
Valentina, la vita continua, non so però dove, ma so che continua, perchè siamo noi che la facciamo continuare.
Le persone vanno via materialmente , ma restano sempre dal di fuori a controllare quello che facciamo.
Io con Giorgio ho una promessa da mantenere. L'anno scorso dopo i miei ritiri dal Monte Bianco e dalla Marathon des Sables lui era lì che mi strigliava e mi diceva che era soltanto un passaggio di vita e che avrei raccolto soltanto successi e soddisfazioni da quel passaggio.
Gli ho promesso una Marathon des Sables 2010 da spettacolo e così sarà, costi quel che costi Valentina . Sarà la sua e la mia Marathon des Sables (anche perchè come da rituale deve passarmi la "mocetta" prima dell'ultima tappa !) , perchè lui inevitabilmente come tutti quelli che passano dal deserto restano nel deserto con il cuore e con la testa.

Lo scorso anno alla Valdigne mentre presentava la gara ed intratteneva gli atleti sento la sua voce che chiamava "Donna Luisa" , sono diventata rossissima, ma lo sapevo in fondo che l'avrebbe fatto, del resto lui sapeva che stava cominciando l'anno del riscatto. E così è stato. All'arrivo della gara la prima cosa che ho detto al microfono dello speaker è stata : " questo terzo posto è dedicato solo ed unicamente a Giorgio Simonetti, e lui sa perchè ! ".

Una delle cose che più mi hanno colpito di lui era comunque l'educazione e la delicatezza con le quali mi parlava , aveva il mio numero di cellulare, ma quasi come per soggezione o non so per quale altra cosa, lui chiamava spesso il Principe e chiedeva sempre di me, tanto che Ferdinando mi diceva che non capiva come mai non chiamava direttamente me !

A Natale mi ha spedito un foglio con delle frasi del DALAI LAMA. L'ultima frase diceva : " L'uomo vive come se non dovesse morire mai e muore come se non avesse vissuto mai ". Ecco, Giorgio, questo tu non l'hai proprio fatto per fortuna !
Hai vissuto talmente tanto intensamente la tua breve vita che resterai sempre accanto a noi !!

Luisa Balsamo


 4)

Ciao Salvo è molto tempo che non ci sentiamo e mi dispiace dovere scrivere proprio in questa circostanza.
Non c'è molto da aggiungere a quello che ha scritto meravigliosamente Franco, io l'ho conosco ,e uso il tempo presente di proposito, da molti anni avendo fatto insieme parecchie gare e quello che che è stato detto già dà una descrizione assolutamente reale di chi era Giorgio.
Una vita assolutamente al 1000 per 100,la sua cultura nasceva proprio dalla conoscenza diretta di tutto quello che diceva e raccontava ,riporto quello che ha scritto Franco:è un uomo colto, di una cultura personale fatta di vita e di esperienze dirette e mi è capitato di sentirlo parlare in spagnolo, francese, inglese e arabo.
Non voglio aggiungere altro se non che ci mancherà a tutti ,ognuno di noi lo avrà nel cuore per come lo ha conosciuto e cosi lo ricorderà.

Ferdinando Hardouin


 5)

Ne avevo sentito parlare,poi avevo letto un'intervista su correre (sarebbe bello ritrovarla), finalmente l'ho incontrato alla Valdigne e due mesi dopo all'Ultratrail del Monte Bianco.
Che personaggio sembrava uscito da un racconto di Salgari,su una delle tante salite mi passa vicino uno sguardo,due parole e via Alla Winter eco Trail di gennaio mando alcuni del mio gruppo,non lo conoscevano ma dopo averlo sentito come speaker e animatore della manifestazione mi hanno detto chi era quel simpatico fuori di testa.
Ci siamo sentiti per telefono e sempre con quel grande entusiasmo ci siamo dati appuntamento alla Valdigne,so che ci sarà sempre. Ciao Colonnello

Renzo Moltrasio


 6)

Ciao Varano,

di te ricordero' sempre i 90 km. fatti insieme nel Wadi Rum alla Desert Cup 2002.

Quasi 24 interminabili e indimenticabili ore di viaggio, con me che cercavo di allungare alternando la corsa alla marcia e tù, che alla fine mi stavi sempre un po' avanti, con quel passo strano ma veloce.
In particolare, non potro' mai dimenticare la tua figura dinanzi ad una tenda di un ceck point, sotto un sole ed una calura micidiali,mentre io arrivavo stanco e con i piedi gonfi, che mi grida:" E' finita.., maledizione.., non e' possibile che questi quì non hanno nulla..." Ed io:" Coooosa, non c'è acqua ?"  E tù..." Ma cosa hai capito? Non c'e' vino, birra..ed io ho finito la grappa..." Però, al di la' di questo e di mille altri episodi scaturiti da una personalita' che definire anticonformista sarebbe riduttivo, c'era una splendida persona, generosa, capace di leggere i sentimenti e le sensazioni altrui, senza per questo dichiararlo apertamente.
In questi ultimi 2 anni i miei sogni sono volati più sui ghiacciai del Bianco che sulle dune,...e cosi'  ci siamo visti un paio di volte a Courmayeur,..ed anche in quelle occasioni sei stato per me speciale,sia con le parole, mescolando "perle di sagezza" a esilaranti  invettive contro i politici,sia con i fatti, portando me,Pasquale e le slitte su in val Veny... E l'ultima volta che ci siamo visti proprio non capivi perche' non ti volessi seguire alla festa Celtica, in fondo la prima funivia per Punta Helbronner sarebbe partita la mattina dopo alla 08:30, e c'era davanti tutta una notte... 

Ciao Varano, ci mancherai
Pippo Ruffino.

 7)

Caro Pippo,
poi un giorno spiegherai anche a me come avete fatto a darci quei distacchi abissali  dal  120 km al 180 , a me , a Tullio , a Carletto  e tutti gli altri che arrancavamo.....ad acqua e abbiamo perso le vostre tracce.
Confessa, almeno adesso, che qualche sortita nelle tendopoli dei beduini  non ve la siate risparmiata   (^___^), perchè mi riesce difficile immaginare il Varano rassegnato senza birra e sigarette, in considerazione anche del fatto che  parlava anche l'arabo oltre che l'inglese.
Da quello che scrivi anche tu è evidente che, esaurita la scorta, richiedesse il SUO carburante proprio a tutti.
Credo che l'esperienza della Giordania sia stata in assoluto la più bella sul piano umano tra tutte le competizioni nel deserto cui ho partecipato.
Salvo
 8)

Il VARANO Lo scorso gennaio ho partecipato alla winterecotrail della Valdigne. Sono partita insieme a Marco, praticamente coinvolta all’ultimo minuto, in sostituzione di un altro amico runner. L’idea di correre sulla neve, per la verità, mi affascinava già da tempo, come mi attrae il pensiero di un trail nel deserto: paesaggi mozzafiato ed esperienze di condivisione nella fatica della corsa. Quando siamo arrivati a Courmayeur c’era una temperatura di circa meno sette che lo sfondo incantevole del Monte Bianco riusciva appena a rendere più sopportabile. Mi chiedevo come avrei potuto affrontare venti chilometri con quel freddo, anche perché sentivo che l’aria era davvero diversa da quella a cui sono abituata in pianura. Quindi tutta rattrappita ho raggiunto il punto di ritrovo vicino alla partenza: cambiarsi in fretta, scambiare due parole con Marco e subito fuori a saltare come grilli in piena estate al ritmo di una musica coinvolgente, sopraffatta dalla voce graffiante e profonda del coordinatore della manifestazione. Che tipo! Mi sembrava Mister Crocodile Dundee versione invernale, una specie di Indiana Jones che ci incitava e ci caricava, mentre si muoveva sulla neve con l’agilità di un animale selvatico. La gara è stata bellissima e all’arrivo io e il mio amico siamo stati accolti dal suo possente annuncio, come un abbraccio che ha coinvolto tutti. In seguito Renzo, il presidente della mia società, mi avrebbe raccontato qualcosa di più del Varano, ma erano solo dettagli: solo la sua presenza valeva più di una presentazione. Il Varano: una forza della Natura . PATRIZIA AZZANI


 9)

El Varano
Es difícil olvidarlo, y no porque ya no esté, sino porque es difícil olvida a un personaje como el, una vez que lo conoces.
El Varano/ Coronelo, era un ultrafondista que trasmitía el espíritu del trail tal y como debe ser, con una alegría por estar haciendo cada carrera completamente envidiable y una falta total de espiritu de competición.
Corría porque le gustaba, le gustaba la montaña, el desierto y cualquier espacio abierto que no tuviera asfalto, y eso lo convirtió en un "trailer"
auténtico, y eso, hoy en dia donde la competición se esta adueñando hasta del trail running es algo que debemos valorar enormemente.

Yo coincidí con el en varias carreras y llegué a conocerlo, quizas no bien, quizas no me podia considerar su "amigo" pero cuando uno comparte tienda en una carrera de autosuficiencia se crean vinculos que son dificiles de explicar.

Te echaré de menos, tu paso vacilante pero incansable me dará fuerzas para seguir en cualquier momento dificil, y seguro que si me puedes ver, esbozaras esa sonrisa socarrona que nos hacia reis a todos.

Ciao Varano
Carlos García Prieto -
www.ultrarun.es

 


 10)

Ciao Colonnello,
me l'avevano descritto come un "personaggio" e l'incontrai per la prima
volta al Cro2008.
poi, di nuovo, all'euforico pasta party pre-gara delle Porte di Pietra 2008:
aveva dormito poco dietro di me nella palestra.
Oggi , quando ho letto il breve messaggio in apertura del sito PP, mai avrei pensato della sua scomparsa.
Addio o, forse, un arrivederci.

IVAN COPPI


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