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COMMENTI E PROSPETTIVE DI SVILUPPO
Ho ricevuto un numero inaspettato di commenti a questo articolo da parte di ultramaratoneti in particolare e non mi aspettavo certo di andare a toccare un tema così sentito da chi ha vissuto esperienze estreme e da chi cerca spiegazioni a comportamenti molto distanti da quelli “normali”. Tra questi mi preme riportare i commenti di due “esperti” carismatici che non hanno certo bisogno di presentazioni e che io stesso avevo stimolato e che aprono nuovi scenari e interpretazioni (e grazie per i link allegati) meritevoli senz’altro di ulteriori approfondimenti.

PIERO PRIORINI     http://www.pieropriorini.it/

.Ciao Salvo, finalmente ho un pò di tempo libero...
Allora: è ovvio che non mi sono stupito dei risultati del tuo questionario. Piuttosto mi hanno interessato moltissimo, come già mi era accaduto per tutti i racconti ascoltati e raccolti all’epoca della stesura di “Attività estreme e stati alterati di coscienza”.
A questo punto mi permetto di offrirti due possibilità di elaborazione dei dati raccolti:
 1) ad un primo livello è possibile pensare che l’incremento di endorfine indotto dall’intenso esercizio fisico abbia prodotto un’alterazione del “normale” funzionamento cerebrale e sia perciò responsabile delle “alterazioni percettive” riportate dagli atleti. In questo caso si tratterebbe perciò di alterazioni allucinatorie che - nel migliore dei casi - potrebbero tuttavia essere interpretate come si fa con i sogni:
• Perché TU avresti percepito un paesaggio innevato? Quale rapporto c’è tra la TUA vita e Passo Fedaia, la Marmolada, la marcialonga e la neve in genere? E che rapporto c’è, invece, tra l’altro concorrente e il cavallo, allucinato durante la gara? O tra il concorrente francese e gli animali striscianti nell’erba?
E ovvio che questo è solo un accenno di quanto si potrebbe scoprire con una buona indagine del profondo...
2) ma c’è un altro livello... quello che a me ha sempre stuzzicato moltissimo.
Oggi alcuni ricercatori hanno completamente stravolto il concetto di Realtà Oggettiva, sostituendogli quello di Convenzione: si è scoperto infatti che la Realtà da noi percepita momento per momento è il risultato di una scelta discrezionale di soli 500.000 stimoli sensoriali sui 4.500.000 stimoli al minuto dai quali il nostro cervello è mediamente bombardato... e in più è condizionata dal linguaggio che abbiamo imparato da bambini, dalle esperienze pregresse, dalle aspettative future, dal vissuto emotivo e dalle dinamiche inconsce.
E se con queste perplessità ci accostiamo adesso ad alcune ipotesi estreme enunciate da alcuni fisici teorici che studiano il mondo dei quanti, il discorso si fa più complicato, ma anche più interessante.
Se ti incuriosisce prova a dare una occhiata a “Universo, mente e materia” di Davide Bohm oppure, se non lo trovi, a “La fisica dell’infinito” di Massimo Teodorani. Oppure ancora potrei mandarti un piccolissimo stralcio di alcuni miei articoli o conferenze sul tema.
Tutto questo per dire che, forse, è un pò come se fossimo su Matrix: in condizioni normali viviamo tutti all’interno di una Realtà Convenzionale (anche se, ti posso garantire, mi basterebbe farti assistere a una sola seduta tra due persone che si sono amate e che ora stanno separandosi per convincerti che davvero percepiscono due realtà, due mondi, due galassie completamente diverse e distanti anni luce l’una dall’altra... e che, dunque, anche ciò che chiamiamo realtà convenzionale lo è solo in determinate condizioni). Ma quando queste condizioni si modificano drasticamente, come nel caso di attività estreme, allora il convenzionale deflagra e il Mistero si fa tangibile. Piero

LUCA SPECIANI
http://www.zam.it/biografia_Luca_Speciani
http://www.dietagift.com/sport/movimento-e-dietagift/

Accidenti.. interessantissimo.
Ti butto lì un paio di stimoli.
Il primo riguarda ovviamente la percezione alterata da oppiacei, che potrebbe interessare gruppi di recettori simili a quelli stimolati dalle endorfine naturali prodotte durante lo sforzo estremo.
Il secondo riguarda un libro che mi ha fatto conoscere anni fa Pietro Trabucchi quando scrivevamo “Mente e maratona”, scritto da Charles Tart e che si chiama “Stati di Coscienza” (Astrolabio). La teoria di Tart è che lo stato di coscienza ordinario sia solo uno dei tanti possibili, e che tutti gli altri non siano meno “veri” e reali di quello ordinario.
Te ne consiglio caldamente la lettura. Chissà mai che tu scopra che trattasi di esperienza parallela del tutto “reale” :-)
Resto in attesa di graditi aggiornamenti.. Luca