Se avete una MASTITE periduttale non perdete la speranza, né…il seno !!

Di Salvo Catania - Marzo 2004

Mi occupo da circa 30 anni di questa patologia che tra le varie tematiche senologiche non ha mai avuto quella attenzione e considerazione che merita. La mia casistica è impressionante non per meriti personali, ma perché pochi se ne occupano perché insidiosa e inevitabilmente recidivante se non trattata in modo adeguato e rimuovendo la causa che è alla sua origine.
Circondata da molti pregiudizi probabilmente correlati ad una falsa esemplificazione di alcune lesioni infiammatorie, le quali in realtà sono più complesse di quanto possano apparire. Sottovalutata come patologia con il pretesto che “non è un cancro” paradossalmente viene presentata alle pazienti come praticamente incurabile.
Sto da tempo raccogliendo le storie drammatiche di molte donne che ho trattato in un trentennio che spesso avevano sperimentato l’inadeguatezza (ma il più delle volte l’eccessività”) del trattamento che si era tradotto, da un ospedale all’altro in un incisione ed un drenaggio o peggio in inutili resezioni del parenchima ghiandolare retroareolare che “non si negano mai a nessuno”.
Ho registrato storie drammatiche di donne molto giovani cui era stata proposta all’ennesima recidiva, una mastectomia e storie di donne che loro stesse mi hanno richiesto una mastectomia liberatoria pur di non dover subire l’ennesimo intervento per una patologia che da tempo aveva mutato il corso della loro vita.
Ho cominciato ad occuparmene casualmente quando dal 1980-1986 frequentavo a tempo pieno la Divisione di Oncologia diagnostica del grandissimo maestro di diagnostica clinica prof.Sergio Di Pietro dell’Istituto dei Tumori di Milano e contemporaneamente con grandi sacrifici occupavo una posizione apicale (sino al primariato) presso l’Ospedale Buzzi di Milano nella Divisione di Chirurgia Generale.
Ogni giorno avevo avuto modo di assistere al pellegrinaggio di queste donne in cerca di una speranza di guarigione. Con il pretesto che “noi ci occupiamo di cancro” il prof. Di Pietro e i carissimi e valentissimi amici oncologi Cesare Bartoli e Aldo Bono indirizzavano “perfidamente” tutte le pazienti affetti da tale patologia al sottoscritto perché me ne occupassi personalmente nel mio Ospedale.
Da allora ho cominciato a studiare la storia clinica di queste pazienti nei dettagli sino ad arrivare alla conclusione (pubblicata nello stesso anno dal sottoscritto e per pura coincidenza dall’inglese Dixon) che esistesse una correlazione strettissima tra questa patologia ed il FUMO (>90 %).
Studiando insieme con il patologo la sede esatta della lesione (metaplasia squamosa) provocata dal fumo, risultò semplice inventare un procedimento tecnico in grado di prevenire , le frequentissime recidive che si registravano e si registrano tuttora in caso di trattamento inadeguato.

Continuo ad occuparmi di questa patologia trattando diverse pazienti che provengono da fuori regione e che mi contattano soprattutto tramite Internet.

http://www.medicitalia.it/02it/consulto.asp?idpost=4097

Allego qui di seguito i dati che avevo presentato nel 2000 a Padova ad un corso-seminario sulla Patologia Benigna organizzato dall’amico Alfonso Pluchinotta, che considero un vero esperto proprio delle patologie non tumorali della mammella che meriterebbero maggiori attenzioni da parte dei colleghi dedicati alla cura delle malattie del seno.

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Milano  dicembre 2009