Paolo Egineta, chirurgo del VII secolo che aveva compilato una storia completa della chirurgia della mammella fino ai suoi tempi, citò soprattutto quei chirurghi che si erano pronunciati contro il "trionfo della tecnica sopra la ragione" e che avevano diffidato i colleghi dall'operare i tumori troppo estesi per non accelerare la morte della paziente.

Nel Medioevo notevole fu il contributo degli arabi nell'aver conservato le più importanti opere greche e romane della medicina e nell'aver creato le condizioni per la nascita di nuove scienze quali l'astrologia, l'occultismo e l'alchimia.

Avicenna (980 1037) è certamente il medico più rappresentativo di quel mondo scientifico arabo, caratterizzato dalla fusione tra il principio ellenizzante naturale scientifico e l'elemento meraviglioso-fantastico. Le innovazioni tecniche della chirurgia araba si riferiscono all'uso del cauterio anche come tagliente per rispettare il comandamento islamico che proibiva di "sezionare la carne".

Il Medioevo, nonostante la maggioranza dei chirurgi appartenessero a quella categoria malvista di cialtroni vagabondi che esercitavano un'arte tramandata da padre in figlio, segnò tuttavia il costituirsi delle prime vere scuole chirurgiche italiane e delle prime università.

Con il Rinascimento vengono migliorate le conoscenze e perfezionate le tecniche chirurgiche; contemporaneamente si accentuano antichi dilemmi e si aprono nuove problematiche: interventi limitati oppure no, dissezione dei linfonodi ascellari oppure no, conservazione o no dei muscoli pettorali.

Nonostante l'opera di grandi chirurghi (Petit, Bell, Syme, Paget, Velpeu, Pancoast, Moore) il secolo XIX fu caratterizzato da un'ondata di pessimismo per quanto riguarda i risultati della chirurgia.

Senza alcun dubbio il più grande protagonista della chirurgia dei tumori della mammella deve essere considerato W. S. Halsted di Baltimora (1825 1925) che dal 1882 cominciò ad effettuare l'intervento di "mastectomia radicale". Questo tipo di intervento, in qualche caso anche senza indicazione, viene ancora eseguito ai nostri giorni e, tra l'alternarsi di interventi radicali e "super radicali"; è da considerarsi l'intervento più praticato nella prima metà del nostro secolo, sino all'affermarsi di alcune tecniche di "mastectomia modificata" (Patey, Auchincloss, Madden, Handley, Jeis, Jesnick). La tecnica di Patey ha lentamente conquistato buona parte della popolarità riservata alla mastectomia secondo Halsted, che sempre meno frequentemente trova indicazione ai nostri giorni, mentre per i tumori di piccole dimensioni, la quadrantectomia con dissezione dei linfonodi ascellari o del solo linfonodo sentinella seguito dalla radioterapia è divenuto uno dei trattamenti conservativi più utilizzati.
All’Istituto dei Tumori di Milano ed al suo direttore (attualmente dell’Istituto Oncologico Europeo) il merito di averlo imposto all’attenzione di tutto il mondo.

Senza voler entrare nel merito delle scelte terapeutiche, questa premessa ha il solo scopo di fornire alcune informazioni sulle principali tappe della chirurgia della mammella dall'antichità all'era moderna. Abbiamo coinvolto in questo breve viaggio attraverso aspetti medici, culturali e artistici meno conosciuti e attraverso curiosità e aneddoti storici sui tumori della mammella il dottor Alfonso Pluchinotta che ci ha anche fornito il materiale iconografico. Egli si interessa di chirurgia oncologica e ha pubblicato: Manuale di diagnostica e terapia del carcinoma mammario (1979), Conosci il tuo seno (1981), Piccolo Atlante di Patologia della mammella (1982), Un antico dilemma (1982), Senologia (1983), Iconographia senologica (1985), I secoli della senologia (1995), Incanto e anatomie del seno (1997).