ALIMENTAZIONE E TUMORI

di Franco Berrino
Direttore dell'Unità di Epidemiologia dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.

25 luglio 2005 - ultima revisione: settembre 2008

L'alimentazione può giocare un ruolo importante in tutte le fasi del processo di cancerogenesi, dall'esposizione a cancerogeni ambientali, alla modulazione della dose interna, la riparazione dei danni al DNA, l'attivazione di meccanismi di morte cellulare programmata, la trasduzione del segnale di vari fattori di crescita, alla modifica della biodisponibilità di ormoni steroidi, insulina e fattori di crescita insulinosimili, che possono favorire la progressione del clone neoplastico. Esempi di sostanze cancerogene ingerite con gli alimenti sono le aflatossine, la cui responsabilità nell'eziologia del carcinoma epatico umano è chiarita anche a livello molecolare, le nitrosamine, associate soprattutto al consumo di alimenti (mal) conservati, che molti indizi legano ai tumori dello stomaco e dell'esofago, e le amine eterocicliche, che si formano nella cottura delle carni, cancerogene per l'intestino e la mammella in sistemi sperimentali e riscontrate associate agli stessi tumori in alcuni studi epidemiologici. Per le aflatossine è ben documentata un'interazione con l'infezione da HBV, per le amine eterocicliche ci sono indizi di un'interazione con alcuni polimorfismi metabolici. Il consumo di carni rosse trattate ad alta temperatura aumenterebe il rischio particolarmente nei soggetti con rapida attivita N-acetiltransferasica e degli enzimi ossidativi Cyp 1A2, che intervengono nell'attivazione metabolica delle ammine eterocicliche, rendendole capaci di interagire con il DNA. Gli esempi di sostanze anticancerogene nella dieta riguardano numerosi cibi vegetali. La protezione da elevato consumo di frutta e verdura nei confronti della maggior parte dei tumori che affliggono l'umanità è confermata da centinaia di osservazioni epidemiologiche sui tumori epiteliali. Per i tumori non epiteliali esistono solo poche osservazioni, ma anch'esse coerenti con un effetto protettivo. Uno dei meccanismi principali è legato al contenuto di sostanze antiossidanti (soprattotto vitamine, vari (poli)fenoli, ed alcuni oligoelementi quali SE e Zn), che interverrebbero nella protezione del DNA dal danno da radicali liberi endogeni e da perossidi lipidici e nella detossificazione di cancerogeni esogeni prima che interagiscano con il DNA. Gli stessi polifenoli interferiscono variamente, in studi in vitro, con la trasduzione del segnale da recettori di fattori di crescita e con la progressione del ciclo cellulare. Altri meccanismi riguardano la protezione da acido folico, responsabile di garantire un adeguato substrato alla metilazione del DNA (la deficienza di acido folico inattiva, ad es, il gene oncosopressore p53, ma aumenta l'espressione degli oncogeni ras e myc), da glucosinolati delle crucifere, che attivando gli enzimi di fase II facilitano l'eliminazione degli xenobiotici, da fibre alimentari, la cui fermentazione nell'intestino genera acidi grassi a catena corta che possono favorire l'apoptosi. Molti alimenti vegetali in particolare i semi consumati nella loro interezza, sono ricchi di fitoestrogeni, sostanze difenoliche con debole attività estrogenica la cui azione netta può però essere antiestrogenica in quanto competono con gli ormoni steroidi endogeni per i recettori, stimolano la sintesi epatica di SHBG (la globulina che regola la disponibilità di estradiolo, testosterone e diidrotestosterone) e inibiscono enzimi chiave nella biosintesi degli steroidi sessuali più attivi (quali l'aromatasi la 17 idrossisteroideossidoreduttasi, la 5 reduttasi), implicati nella promozione dei tumori della prostata, dell'endometrio e della mammella. Negli anni 1980 e '90 sono stati condotti numerosi trial controllati e randomizzati di chemioprevenzione con una o più delle sostanze potenzialmente preventive (per lo più vitamine e oligoelementi) evidenziatie negli studi osservazionali. Questi trial sono risultati drammaticamente deludenti, nel senso che in genere non si è visto alcun effetto preventivo sui tumori che si intendeva prevenire.

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